ALESSIA GAZZOLA

La mia spericolata Costanza

La sua scrittura interpreta il femminile e riflette la contemporaneità. Il RadiocorriereTv incontra l’autrice di “Questione di Costanza” (Longanesi), romanzo che insieme agli altri due titoli della serie ha ispirato la fiction della domenica di Rai 1 interpretata da Miriam Dalmazio

 

Per chi non l’avesse ancora conosciuta nella puntata d’esordio o dalle pagine dei suoi libri, chi è Costanza?

Una ragazza che prova tutti i giorni a portare a casa il risultato. Una donna che ha cresciuto una bambina da sola, che ha fatto una scelta di vita molto forte e che ha scelto una professione particolare, quella del paleopatologo. Una branca della medicina di nicchia che, come autrice, ma anche come medico, ho scoperto tardivamente e ho approfondito per l’occasione: è una specialità che si sceglie indubbiamente per grande passione. Arrivarci dalla medicina è qualcosa di complesso e peculiare. Costanza è una mamma single e una lavoratrice precaria, per di più fuori sede, l’abbiamo vista trasferirsi da Messina, città d’origine, a Verona: è coraggiosa, con quel pizzico d’incoscienza che un po’ caratterizza le mie eroine (sorride). Sono tutte sorelle che hanno in comune l’essere spericolate.

Una madre, una donna che sogna di realizzarsi nel lavoro e di trovare l’amore… quanta contemporaneità c’è in Costanza?

Tantissima. Costanza mette sempre al primo posto la figlia, cercando di avere una relazione con il padre della sua bambina pur senza ostacolarlo nei suoi piani di vita. In “Costanza” non esiste un personaggio cattivo o negativo tout court, ma una serie di posizioni sfumate e sfaccettate, che penso che nella vita rappresentino davvero il quotidiano. Nei libri come nella serie non c’è un antagonista. Non lo sono Federica, la fidanzata di Marco, padre della sua bambina, non lo è Diana, la competitor in Istituto.  Di tutti i personaggi capisci le motivazioni, è un racconto in cui emergono le difficoltà delle relazioni nel quotidiano. Per esempio, sarebbe stato più facile fare una Federica cattivona, antipatica, la sfida era invece quella di lavorare di fino su sentimenti e situazioni in cui ci si può trovare nostro malgrado. Credo che sia una storia di sentimenti con tematiche molto contemporanee.

La sua Messina e la sua Verona, i suoi studi di medicina, quanto c’è del suo mondo in quello di Costanza?

Tra tutte le protagoniste dei miei libri, Costanza è probabilmente quella che sento più vicina al mio cuore, la meno sbarazzina. L’ho fatta trasferire dalla Sicilia a Verona per lavoro – io lo feci per il lavoro di mio marito – le ho dato una sensazione di imperfezione nella maternità, il cercare di fare del proprio meglio pur sentendo di sbagliare sempre. Penso che questo accomuni un po’ tutte le giovani mamme che si barcamenano fra mille cose. Cerchiamo di tenere insieme i pezzi di tutto.

C’è un consiglio che ha dato a Miriam Dalmazio prima che iniziassero le riprese?

Con Miriam, che apprezzo sia sul piano professionale che personale, abbiamo parlato molto. L’ho trovata in ascolto, ho visto in lei il desiderio di dare il massimo. Le ho consigliato di godersi questa esperienza, che in un certo senso per lei è la prima da protagonista assoluta, perché se l’è meritata tutta. Tra lei e Costanza ho trovato molti punti di contatto, ed è stato così da subito. Quando sono iniziate le riprese le è stato anche cucito addosso il personaggio con grande cura, dal look all’outfit, da parte della produzione è stato fatto un lavoro di fino, sempre rispettoso dell’atmosfera del libro, di come il personaggio vive tra le pagine. La prima volta che ho visto Miriam sul set con il look Costanza è stata un’emozione fortissima: lei era Costanza (sorride).

Ha voglia di immaginare un incontro tra Costanza e Alice de “L’Allieva”? Cosa si direbbero e cosa accadrebbe?

Hanno un percorso comune, vengono entrambe dalla medicina, una ha scelto medicina legale, l’altra anatomia patologica, materie con molti punti di contatto. Sono due ragazze che sedute allo stesso tavolino indubbiamente troverebbero argomenti di conversazione. Al tempo stesso sono diverse, non so dire se si piacerebbero…

Ha mai pensato di farle vivere, anche solo in un incontro di qualche pagina, nello stesso racconto?

Mi piacerebbe, un domani, provare a sperimentare, farle incontrare in un libro di Costanza. È un’idea che di tanto in tanto mi passa per la mente. Ma fino a quando non mi metto a scrivere non mi sbilancio su cosa potrebbe accadere tra loro, anche perché hanno due caratteri forti. Credo che Costanza, abituata a essere molto responsabile, a pagare il prezzo di ogni scelta, potrebbe non amare fino in fondo la svagatezza di Alice. Credo invece che Alice guarderebbe Costanza con enorme ammirazione.

La passione per la medicina e quella per la scrittura, come è avvenuto l’incontro, nella sua vita, tra questi due mondi?

In realtà scrivevo anche da prima di intraprendere gli studi di medicina, è un qualcosa nato e cresciuto con me. Nel momento in cui sono diventata specializzanda in medicina legale mi si è aperto un orizzonte pensando al personaggio di Alice, poi diventata, anche grazie alla serie, un piccolo cult nel suo genere. Mi solleticò l’idea di scrivere un personaggio che avesse punti di contatto con un certo tipo di libri che leggevo in quel momento, dei chick-lit all’inglese, ma non volevo fare vivere il mio personaggio nella moda, o nel giornalismo, professioni molto glamour, pensai di calarla in un meccanismo giallo e di indagini medico-legali, fu un po’ un azzardo ma andò bene.

Fino a che punto uno scrittore deve assecondare le aspettative dei propri lettori e quanto, invece, deve spiazzarli?

È una lezione che mi diede l’head writer de “L’allieva”, cmi disse che i lettori e gli spettatori non vanno assecondati bensì sorpresi. Se li assecondi, diventa fan service, la mia scelta è quella di sorprendere chi mi legge, di buttare il cuore oltre l’ostacolo, accollandomi i miei rischi, non foss’altro perché se non si diverte l’autore, sia esso televisivo o scrittore, come si può pretendere che lo facciano i lettori? La risposta è dunque: sorprenderli ma cercando di rimanere equilibrio.

Diamo un consiglio a Costanza?

Tra le mie ragazze è quella che si sente sempre una seconda scelta, ha tante insicurezze. Ecco, le direi di credere di più un se stessa.

 

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