Maria Vera Ratti

Il mio viaggio d’amore

Dopo un anno e otto mesi dal primo ciak, finalmente le emozioni di vedere in tv una serie a cui tiene molto. “Il Commissario Ricciardi”, straordinario successo già dalla prima puntata, con la giovane attrice partenopea nei panni di Enrica «una ragazza solitaria che sogna la passione». Il lunedì in prima serata su Rai1

FOTO DI ANNA CAMERLINGO

Enrica, l’amore più intimo del Commissario. Cosa la accomuna a lei?

Abbiamo caratteri completamente diversi, ma l’età ci ha avvicinato. Enrica, come me, è poco più che una ventenne e questo mi ha aiutato a entrare in sintonia con lei, raccontarne la profondità emotiva, i sogni, le speranze. È una ragazza che scopre l’amore per la prima volta e, per vivere con lei questa esperienza, ho ricordato quali sensazioni avessi provato io al primo innamoramento. Fortunatamente sono momenti ancora freschi nella mia mente e nel corpo, che mi hanno immerso in un viaggio emotivo che si trova spesso solo in un libro o in un film, ma che quando ti investe lo fa in maniera totalizzante.

Come si relaziona il personaggio con il suo tempo?

Non ha mai dato un bacio, è una ragazza solitaria e non esce quasi mai da casa, è abbastanza protetta dal mondo e quando ci va è uno shock. Dai romanzi di de Giovanni non si capisce la posizione politica di Enrica, si dice che suo padre è un liberale e che lei è abbastanza d’accordo con lui. Quello che però si intuisce è la sua modernità, che si concretizza in una coerenza e in una sincerità quasi fuori dal tempo. È una donna fedele alla sua coscienza, un personaggio opposto a Livia, l’altra figura femminile della serie, un modello a cui le donne Anni ‘30 aspiravano. La mia Enrica non segue la moda non perché non le piaccia o per mancanza di gusto, ma perché non si pone proprio il problema, tanto è concentrata sui suoi affetti, sulla vita domestica.  

Quale sarà la sua evoluzione?

La serie si basa sui primi sei romanzi dedicati a Ricciardi, nei quali seguiamo questa giovane donna nella sua quotidianità familiare, nel sentimento per un uomo il cui nome nemmeno riesce a pronunciare ad alta voce. Piano piano, assistiamo a una presa di coraggio sempre maggiore. Siete costretti però a seguire tutte le puntate per capire fino a che punto sarà capace di spingersi Enrica (ride).

Un rapporto, quello con Ricciardi, che cresce attraverso un gioco di sguardi… una sfida in più per un attore?

Per me lo è stata, e in questo Lino (Guanciale) mi è stato veramente di aiuto tutte le volte che abbiamo avuto modo di condividere il set. Molte scene però le abbiamo recitate da soli, è stato difficile immaginare un sentimento così profondo, come quello di Enrica, avendo davanti solo una luce o un palazzo. Recitare da soli, in generale, è complicato, manca l’aspetto di relazione e devi basarti solo sull’immaginazione. Farlo davanti a un altro attore è sicuramente molto più stimolante, soprattutto se la tua controparte è un attore bravo come Lino Guanciale.

Continua a leggere sul RadiocorriereTv N. 5 a pag.20