Nina Zilli

Mixed by Nina

 

Follemente innamorata della musica, che invade ogni aspetto della vita e delle sue personalità artistiche. Il RadiocorriereTv incontra la cantante, conduttrice di “Playlisti Live” su Rai 2: « La bellezza dell’arte è proprio quella di sconfinare, come quando un colore invade un altro creando qualcosa di nuovo»

 

 

 

Cantante, musicista, scrittrice, conduttrice televisiva e radiofonica… come fa a tenere a bada tutto questo?

La musica è la mia passione più grande: tutto nasce da lì. Scrivo canzoni da quando sono piccola e oggi il mio mondo musicale è diventato il mio lavoro. Mi sento molto fortunata: faccio ciò che ho sempre sognato. Come tutti, però, coltivo anche altre passioni in ambiti diversi: un libro d’arte, la radio, la televisione. In questi mondi ho comunque trovato qualcosa di affine al mio primo amore. Credo che passioni – qualcuno direbbe hobby – e lavoro possano mescolarsi più facilmente nel campo artistico; è più complicato se si fa un mestiere “normale”. Nel mio caso è un melting pot vario che mi mantiene curiosa e viva. Quando la musica diventa anche lavoro, può capitare di annoiarsi: è normale, succede anche nelle migliori coppie (ride). Ecco perché tutte le altre mie passioni chiudono il cerchio e mi rigenerano. È difficile, certo, ma basta fare una cosa per volta.

Ha parlato di noia: può essere distruttiva o creativa. Come la vive?

La noia è sempre stata il motore di tutto. Crescendo in campagna, nella nebbia della pianura emiliana, con quell’umidità che ti entra nelle ossa, c’è sempre stata in me la voglia di andare via, di sognare qualcosa di più grande, di scoprire, di fare. Ringrazierò sempre quei verdi campi che mi hanno protetta, ma se sei un’adolescente che scalpita, spinta verso la musica d’oltreoceano o verso quella dei Clash, oltre Manica, per esempio, crescendo può diventare un problema.

Quando la noia la colpisce, come si rigenera oggi?

Mi rigenero facilmente: mi basta un divano e un po’ di silenzio… magari anche una spiaggia caraibica, ma va bene anche il divano!

Siamo abituati a dare etichette a tutto e a tutti. Lei, però, sembra sfuggirle. Come fa a non rimanere ingabbiata? E poi, un artista si può definire?

Le etichette me le appiccicano addosso da sempre, ma non mi danno fastidio: se servono agli altri per capirmi, per incasellarmi nel loro mondo interiore, va bene così. Lo faccio anche io, in fondo. Cerco però di non ghettizzare la musica: amo tanti generi diversi, ho certamente i miei preferiti, ma nel mondo globalizzato in cui viviamo le etichette possono essere utili se servono solo a orientarci e non a soffocare la creatività. La bellezza dell’arte è proprio quella di sconfinare, come quando un colore invade un altro creando qualcosa di nuovo.

Cosa rappresenta per lei la musica?

Ha sempre fatto parte di me: a quattro anni dicevo già “voglio fare questo lavoro” e, guardando Sanremo in tv, comunicavo tutto il mio desiderio di essere su quel palco. Era tutto inconscio, ovviamente, ma la musica ti tocca dentro, anche se non capisci i testi. Tra i vari amori – il disegno, il basket – la musica è sempre stata quella vibrazione più forte: mi scorre dentro. Anche quando ne ascolto poca, ce l’ho sempre in testa.

Qual è la sua playlist attuale?

Sono la regina indiscussa delle playlist da vacanza, fin dai tempi del mixtape. C’era sempre qualcuno della “cumpa” che dava le dritte musicali; nel nostro caso ero io a creare le playlist che hanno segnato i nostri viaggi, e quindi la nostra vita. E dato che siamo a dicembre e siamo tutti pronti per il Natale, inevitabilmente la mia playlist è un super mega maxi mix di hit Motown anni ’60. Nulla da togliere a Mariah Carey, ma io preferisco Stevie Wonder (ride). Metterei un po’ di The Ronettes, un pizzico di Frank Sinatra, poi The Temptations, Smokey Robinson… e poi basta, perché potrei andare avanti fino alla prossima Pasqua (ride).

Come vive l’esperienza televisiva di “Playlist”?

La televisione ho imparato a conoscerla: ho iniziato a MTV e al Roxy Bar con Red Ronnie, ero piccolissima. Lì capii che volevo fare musica, non televisione. Oggi però la vivo in modo leggero: non è il mio lavoro; quindi, non sento pressione e mi diverto molto. E poi la musica è sempre l’ingrediente principale. Presto uscirà una bellissima puntata monografica su Caparezza: io sono una sua fan, ci conosciamo da tempo. Lui non va quasi mai in televisione e credo che qui si sia sentito a casa. “Playlist” è questo: la casa della musica, facciamo tutto dal vivo. In un momento televisivo in cui tutto è competizione e non condivisione, gli artisti vengono da noi perché si sentono liberi di raccontare il loro mondo. Credo che percepiscano questo e si sentano liberi.

Dà l’impressione di essere molto libera. La libertà è coraggio o necessità?

Entrambe. E anche responsabilità. La libertà artistica non ha prezzo: certo, ha dei costi, ma nella storia c’è chi ha pagato molto più di noi. E c’è chi ancora oggi non può smettere di lottare per un mondo paritario, senza guerra. Si può sembrare pazzi a sognare un mondo senza conflitti, come diceva Gino Strada, ma sembrava pazzo anche chi voleva abolire la schiavitù. Ci vuole tempo, ma non si deve smettere di lottare. Oggi forse siamo più comodi che liberi. Ma io credo che la libertà dell’anima sia fondamentale, e dobbiamo coltivarla.

Il successo l’ha resa più forte o più fragile?

Tutte e due le cose. La mia gavetta è stata lunghissima e mi ha preparata ai palchi grandi e agli stress. Quando il successo arriva, ti espone: puoi perderti. Il problema è che il successo può farti perdere la tua identità. E oggi viviamo in un mondo che etichetta tutto per venderlo. La musica è invasa dal marketing: la gente riconosce ciò che somiglia a ciò che già conosce. Ma la storia della musica è fatta da chi ha osato creare qualcosa di nuovo.

Sua figlia Blue le dice un giorno: “Mamma, voglio fare l’artista”. Come reagisce?

Prima di tutto: io stessa faccio fatica a chiamarmi artista. Preferisco “artigiana musicale”. Lei comunque è molto artistica: balla, canta benissimo. Dando una risposta montessoriana, credo che i bambini debbano fare ciò che amano. Quindi le direi: fai quello che vuoi.

Come e cosa sogna oggi Nina Zilli?

Sogno un attimo di tregua, un po’ di riposo. Arriva con le vacanze di Natale, quindi perfetto. E poi… sogno una vacanza di neve, musica e famiglia. E ovviamente ci rivedremo presto: ma questo non posso ancora svelarlo!