Serie Tv
Uno slancio d’amore
«Nelle prime due stagioni ho voluto tenere la briglia corta per non sciupare la meravigliosa fioritura che vive ora. È la stagione più complessa e completa: c’è davvero di tutto. Vedremo Ricciardi abbandonarsi all’amore e alla gioia di vivere» commenta Lino Guanciale intervenuto a Napoli in occasione del Prix Italia. La terza stagione de Il Commissario Ricciardi da novembre in prima serata Rai 1
Nella sua Napoli, tra le luci e le ombre della città, Luigi Alfredo Ricciardi ha conquistato ancora una volta il suo pubblico, accorso numeroso al Prix Italia per salutarlo. Un evento sold out, reso ancora più speciale dalla cornice d’eccezione: un Teatro San Carlo gremito per l’anteprima della terza stagione della serie. Là dove tutto era cominciato, là dove si è accesa la magia di Maurizio De Giovanni, che racconta: «Questa terza serie è quella dei romanzi più potenti dal punto di vista della storia orizzontale, cioè quella di Ricciardi. Il Commissario compie uno scatto in avanti emotivo e sentimentale, cambiando radicalmente la propria vita. Sono convinto che sia la stagione più intensa da questo punto di vista e confido che possa piacere agli spettatori ancora più delle prime due». Molte le novità di questo nuovo capitolo, in onda a novembre in prima serata su Rai 1, a cominciare da quelle raccontate da Lino Guanciale, entusiasta lettore della saga. L’attore descrive così il suo legame con il personaggio: «Dal punto di vista professionale è stato uno snodo fondamentale per me. Ricciardi è uno di quei personaggi difficili da non guardare con ammirazione, per la sua capacità di restare saldo in anni oscuri e di convivere con la maledizione che lo perseguita. Mi ha conquistato il suo grande coraggio, la sua umanità. Da lettore prima e da attore poi, cerco in ogni modo di esserne all’altezza». Entrando nel vivo della nuova stagione, Guanciale aggiunge: «Nelle prime due stagioni ho voluto tenere la briglia corta per non sciupare la meravigliosa fioritura che vive ora. È la stagione più complessa e completa: c’è davvero di tutto. Vedremo Ricciardi abbandonarsi all’amore e alla gioia di vivere. È anche quella più divertente, perché perfino il Commissario si troverà in situazioni capaci di strappare un sorriso». Il racconto riparte dalla Napoli del 1933, dove Ricciardi inizia finalmente a frequentare ufficialmente la sua Enrica, pur senza liberarsi del tormento interiore e della maledizione che resta un segreto troppo pesante da condividere: «Ho tenuto Luigi Alfredo stretto nel suo impermeabile, proprio come nei romanzi di De Giovanni, per liberarlo un po’ alla volta dai suoi fardelli e farlo abbandonare all’amore», spiega ancora Guanciale. Ma il cuore pulsante della storia rimane Napoli, «una città che non ha specchi, non si guarda e vive la vita come se fosse un eterno presente», osserva De Giovanni. «Se solo si convincesse delle sue caratteristiche uniche, potrebbe davvero diventare qualcosa di straordinario». Il viaggio nel mondo del Commissario Ricciardi non può prescindere dal dottor Bruno Modo, interpretato con classe da Enrico Ianniello, che riflette sul profondo significato della libertà: «La libertà è la possibilità di amare gli altri senza alcuna barriera. C’è una caratteristica che Modo e Maurizio (De Giovanni) condividono: una gigantesca tenerezza nei confronti del mondo». Una tenerezza che si trasforma in amore attraverso le due figure femminili che da sempre avvolgono Ricciardi. La prima è Enrica, interpretata da Maria Vera Ratti: «Sono cresciuta con Enrica, sia come persona che come attrice. È un personaggio al quale ci si può ancorare con grande libertà, cosa rara, soprattutto all’inizio di una carriera. Ci sono aspetti in comune che porto con me anche nella vita quotidiana, e che sono cambiati nel corso delle stagioni». Poi Livia, portata in scena da Serena Iansiti, che ricorda: «È stato un regalo pazzesco. Alessandro D’Alatri, il primo regista della serie, mi diceva sempre di pensare a questa donna come a una rockstar capace di rompere gli schemi. Livia mi ha dato la possibilità di essere tutto: una star e, allo stesso tempo, una donna fragile che vive i suoi sentimenti con estrema verità e sincerità. La sua è una vita in ascolto, umana e straziante al tempo stesso». A chiudere il cerchio è il brigadiere Maione, ombra del Commissario, interpretato da Antonio Milo: «Maione è un personaggio che mi ha permesso di comprendere meglio cosa significa essere napoletano, cosa rappresenta per me questa città. È stato come vivere una favola, ritrovare un amico caro».