MAURO & STRABIOLI

Vi aspettiamo al Caffè Italia

 

In viaggio con Greta e Pino nel presente e nelle sue contraddizioni. Ad aiutare conduttori e spettatori, gli strumenti della cultura. Dal 3 novembre, ogni lunedì alle 15.40 su Rai 3 il programma d’intrattenimento culturale

 

Dopo la pennichella arriva il momento del caffè… Dal 3 novembre, ogni lunedì, lo offrirete ai telespettatori di Rai 3… che appuntamento sarà?

GRETA: Sarà un caffè insieme, chiacchierando dei temi che io e Pino più amiamo, che sono legati ai libri, al cinema, alla musica e ad altro ancora, al racconto anche dell’Italia. Ogni settimana, a farci da sfondo, sarà una città diversa, partiremo da Napoli: è come se il nostro caffè viaggiasse in giro per l’Italia, e in ogni città affrontasse un tema in qualche modo legato al luogo visitato.

PINO: In ogni puntata cercheremo di approfondire un macro-tema, passando dal costume alla cronaca. Per la prima puntata abbiamo scelto il sesso…

GRETA: E Napoli è una città carnale, passionale, sensuale, no?

PINO: Prima ospite sarà Veronica Pivetti, il cui primo romanzo (“Per sole donne”) raccontava di cinque donne che parlavano tra loro di sesso in maniera libera.

GRETA: Nel primo appuntamento con il nostro piccolo caffè letterario ci saranno anche gli scrittori Irene Cao, Massimiliano Lenzi e Cinzia Tani.

PINO: I libri sono una passione che accomuna me e Greta, io vengo dal “Il Caffè”, lei da “La biblioteca dei sentimenti”. Il nostro vuole essere un intrattenimento culturale, che ci consenta anche di approfondire i temi della bellezza, dell’arte, dei giovani e del loro linguaggio.

L’impegno è dunque quello di unire cultura e leggerezza?

GRETA: Nell’intrattenimento culturale il rapporto con il pubblico è paritario. Noi apriamo semplicemente una porticina, diamo uno stimolo. Con “La biblioteca dei sentimenti” ci dedicavamo ai classici, e in molti, tra il pubblico, ci hanno ringraziato per averli spinti a rileggere “Anna Karenina” o “Moby Dick”. Mi auguro che succeda la stessa cosa con questo nuovo programma. I nostri saranno 45 minuti di leggerezza profonda, che non significa affatto superficialità.

Nella prima puntata il tema è quello della sessualità, in televisione si può parlare di tutto?

PINO: Proprio come nella vita si dovrebbe parlare di tutto, sempre in maniera cosciente e consapevole, perché quando entri nelle case delle persone devi farlo con una certa forma e questo non per censurarsi. Penso che cose che si potrebbero esprimere anche con un linguaggio più forte, debbano essere proposte con educazione e rispetto. In questa prima puntata, in cui parliamo di erotismo, ci sarà una mia lettera aperta a Stefania Sandrelli nella quale cito proprio le mie prime pulsioni, i miei primi turbamenti, di quando a 13 anni vidi “Novecento” di Bernardo Bertolucci. Ho cercato di esprimere quelle sensazioni di erotismo, di scoperta della sessualità che ho vissuto, con un linguaggio appropriato.

GRETA: Si può parlare di tutto, ma per ogni cosa si deve usare un tono adeguato all’argomento. Troppo spesso, purtroppo, si usa lo stesso tono per tutto.

Qual è la chiave per fare servizio pubblico anche con l’intrattenimento?

PINO: Il servizio pubblico deve essere radicato al presente e non deve togliere la lente da quello che succede, dal cambiamento dei linguaggi nella società, e al tempo stesso deve mantenere un rapporto con la memoria. Deve incuriosire, educare senza voti, gesso e lavagna. Non bisogna guardare soltanto agli ascolti ma anche ai contenuti, al linguaggio, alla grammatica, all’etica.

GRETA: La chiave, secondo me, è data dalla sincerità, dall’onestà intellettuale di chi fa il programma, che viene scritto dagli autori. Noi che facciamo questo mestiere non esisteremmo senza le persone che ci guardano: il pubblico va rispettato e lo rispetti solo portando te stesso.

 

Qual è l’ultimo libro che vi ha dato, per così dire, un pugno sullo stomaco?

PINO: L’ultimo libro che mi ha solleticato è “Paradiso” di Michele Masneri, che è anche regista di “Stile Alberto”, docufilm su Alberto Arbasino. Arbasino è stato un grande scrittore e divulgatore che anche le nuove generazioni dovrebbero scoprire.

GRETA: Tra le ultime letture non ne trovo una che mi abbia colpito così tanto, ma rispondo citando un classico che ogni tanto rileggo, forse proprio il primo libro più importante nella mia vita, che è “Una vita” di Maupassant. Amo riaprire i libri che per me sono stati importanti, li tengo sul tavolino del salotto e non avendo molto tempo mi accontento di rileggerne, di tanto in tanto, anche solo qualche pagina.

 

Cosa vi diverte del vostro fare televisione oggi?

PINO: È un mestiere in cui ogni volta ti sembra di dover ricominciare da capo. In qualche maniera, in più di trent’anni, il palinsesto l’ho attraversato, sono passato dall’alba al preserale, ai tentativi di prima serata. La cosa che più mi appassiona è poter sperimentare ed essere liberi di veicolare un messaggio, un’emozione, un sorriso. E questo è ciò che cerco di fare in televisione, sono per il pensiero libero. Poi c’è il teatro dove mi permetto anche di andare oltre.

GRETA: Intanto la televisione mi diverte farla, mi piace moltissimo tutto quello che avviene dietro le quinte. Mi sento una privilegiata perché io sono stata una bambina degli anni Ottanta, un’adolescente degli anni Novanta, e quindi sono cresciuta con la televisione e con l’idea che fosse una piccola grande scatola magica. Sognavo di entrarci dentro e di vedere che cosa succedeva. Questa emozione la provo ogni volta che affronto un nuovo progetto e tutto quello comporta, dalla scrittura alla realizzazione. Quando poi hai un riscontro dal pubblico, soprattutto con dei programmi di nicchia, l’emozione è grande.