STEFANO DE MARTINO
Ogni sera una grande festa italiana
Al RadiocorriereTv parla del game che all’ora di cena tiene compagnia a milioni di italiani su Rai 1: «“Affari tuoi” è un format che vive sulle persone comuni, sulle loro storie, sulle loro emozioni. Il mio compito è quello di stare lì, accanto a loro.» Il conduttore partenopeo ricorda anche il re della tv recentemente scomparso, Pippo Baudo: «È stato – e resta – l’architetto della televisione italiana. La sua eleganza, la sua capacità di essere dentro al tempo anticipandolo, è un punto di riferimento per chi fa questo mestiere»
Una bellissima riconferma per il pubblico, suo alleato fedelissimo. Come si sente?
Sono grato per l’affetto del pubblico che non è mai scontato. Lo sono ogni volta che le persone decidono di accogliermi nelle loro case, scelgono di fidarsi, ed è una responsabilità che sento. E io cerco ogni giorno di restituire quella fiducia con il massimo impegno e rispetto.
Macchina rodata, cosa si aspetta da se stesso?
Quando una macchina è rodata, è proprio il momento in cui puoi rischiare di andare in automatico. Io voglio restare attento, curioso. La sfida è evolvere, essere riconoscibile nel proprio modo di intrattenere, ma non prevedibile.
Insieme ai concorrenti del programma dà vita ogni sera alla grande festa di “Affari tuoi”, un anno fa immaginava tutto questo?
Sinceramente, no. Sapevo che sarebbe stata una bella sfida, ma non immaginavo l’energia che si sarebbe creata. “Affari tuoi” è un format che vive sulle persone comuni, sulle loro storie, sulle loro emozioni. Il mio compito è quello di stare lì, accanto a loro. La “festa” nasce proprio da lì.
Il maestro della tv per eccellenza, colui che l’ha “creata”, ci ha lasciato. Cosa ha rappresentato (e rappresenta) per Stefano De Martino professionista della tv e dello spettacolo la figura di Pippo Baudo?
Pippo Baudo è stato – e resta – l’architetto della televisione italiana. La sua eleganza, la sua capacità di essere dentro al tempo anticipandolo, è un punto di riferimento per chi fa questo mestiere. E poi, non avendo avuto la fortuna di conoscerlo di persona, lo rende ancora di più un mito. Accogliere ogni sera il pubblico “dal Teatro delle Vittorie”, casa di Pippo Baudo, è un grande onore.
A proposito di maestri, cosa le piacerebbe “rubare” dai grandi?
La capacità di non perdere mai la curiosità, che è uno degli ingredienti che secondo me rende grandi. I veri maestri, quelli che ho avuto la fortuna di incontrare o anche solo osservare, sono quelli che affrontano ogni nuova esperienza come se fosse la prima. Non danno nulla per scontato. E poi la leggerezza, che non è superficialità, ma consapevolezza profonda. È un’arte, e io ci sto lavorando.
Qual è il suo “pacco vincente” nella vita?
Il mio pacco vincente è stato mio figlio Santiago. E poi la mia storia personale che mi ha insegnato che nulla è dovuto, che ogni traguardo ha un impegno e una fatica dietro, e che nella vita come nel gioco spesso il pacco più prezioso è quello che non luccica da subito.