“Un mestiere che merita la dedizione”

“È un mestiere che merita la dedizione, l’amore, e che poi ti ripaga molto“. Così Pippo raccontava al Radiocorriere TV nel maggio del 2021 in occasione della grande festa organizzata dalla Rai per i sessant’anni di carriera.

 

 

Il 7 giugno la Rai le dedicherà una grande festa in prima serata, un po’ emozionato?

Certamente, si fa una volta sola, è una festa che purtroppo non si può replicare.

Sessant’anni di Tv trascorsi perlopiù alla Rai, ricorda il suo debutto?

Lo ricordo sì, fu con “Primo Piano“, avevo 23 anni ed ero appena arrivato a Roma. Superai un provino e, bontà alloro, mi fecero subito lavorare. Il mio debutto arrivò repentinamente, in diretta, da allora non sono più sceso dal palcoscenico rimanendo davanti alle telecamere, sono sempre stato lì. Sessant’anni sono tanti.

Tra i tanti momenti speciali della sua lunga carriera ce n’è uno che non potrebbe dimenticare?

Penso alla prima trasmissione di grande successo tra virgolette sette voci, che mi fece arrivare tanto in alto da essere poi ospite di “Studio Uno“ di Mina insieme a Mike Bongiorno, Corrado ed Enzo Tortora. Quella fu la mia incoronazione.

Le sue doti di talent scout sono ben note, venerdì sera molti dei personaggi da lei portati al successo la festeggeranno in Tv. Quanta gratitudine ha ricevuto?

La gratitudine non te la devi aspettare mai, quando arriva è una sorpresa. La riconoscenza da parte di molti artisti l’ho ricevuta, anche in questi giorni mi stanno chiamando e vorrebbero venire a trovarmi in Tv ma purtroppo ho soltanto posti in piedi. Ho già un sacco di ospiti e ce ne sono altrettanti, tra cantanti e artisti, che si offrono di venire perché, effettivamente, qualcosa per loro l’ho fatto.

Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Alessandra Martines, sono alcune delle showgirl che lei ha lanciato, ce n’è una, per così dire veramente giusta?
Tutte e tre, una classifica non si può fare perché avevano caratteri ed espressioni diverse. Alessandra era classica, la nobile, aveva un fisico bellissimo una bellezza sfolgorante, Heather era divertente, imprevedibile, Lorella era la classica erede del soubrettismo italiano, capace di cantare, ballare, recitare, come dimostra la lunga carriera che sta ancora vivendo. Tutte e tre hanno avuto grandi soddisfazioni.

Tra i suoi tanti “Festival di Sanremo“, quale le è rimasto di più nel cuore?
Sono tredici episodi importanti della mia vita, 13 è un numero altissimo, non capita a tutti. Il “Sanremo” che ricordo di più è quello di Whitney Houston (anno 1987, ndr) che fece il bis cantando due volte lo stesso pezzo.

Il suo nome è sinonimo di televisione. Che cosa l’ha resa per così dire “inossidabile”?
La voglia di fare questo lavoro, che amo veramente come una cosa mia. È un mestiere che merita la dedizione, l’amore, e che poi ti ripaga molto.

C’è qualcosa che non le piace della televisione di oggi?

Non voglio fare il critico in poltrona, perché da fuori è facile giudicare. Certo non è un momento straordinario per le televisioni, non sta succedendo nulla di particolarmente innovativo. Si spera in momenti migliori.

Che sentimento prova pensando alla Rai?
Di grande gratitudine. Se non ci fosse stato quel palazzo di via del Babuino, poi diventato viale Mazzini, sarei stato un avvocato di provincia con scarso successo. La Rai mi ha dato la felicità, il benessere, il piacere di fare questo lavoro. Tutte le volte che vado in viale Mazzini e vedo la statua del cavallo, mi commuovo. La Rai è la mia famiglia.

Volgendo lo sguardo al passato, di chi ha nostalgia?
Ho nostalgia di tutti, di Raimondo e Sandra, del trio Lopez Marchesini Solenghi, dello stesso Beppe Grillo che adesso viaggia su mari diversi, tutti mi hanno dato qualcosa, mi hanno concesso la possibilità di avere delle belle affermazioni.

Cosa la diverte nella vita, nella quotidianità?
La mia Sicilia è una terra straordinaria. Come diceva Paolo Borsellino: “Un giorno questa terra sarà bellissima“. Tutti aspettiamo che diventi bellissima. La Sicilia produce tanto: spettacolo, teatro, letteratura, turismo, ma deve recuperare la sua forza.

Pippo, quando guarda al futuro, cosa vede e cosa pensa?

Cito una frase di un signore di mezza età che scrisse un giorno: purché la morte ci trovi vivi.