PEPPONE CALABRESE
Le nostre storie sono il viaggio più bello
Da Nord a Sud racconta il Paese, la sua gente, le sue tradizioni. Il conduttore di “Linea Verde”, per tutta l’estate in onda con “Camper”, dal lunedì al venerdì alle 12.00 su Rai 1, al RadiocorriereTv: «Con la televisione entriamo nelle case delle persone, dobbiamo farlo con gioia e soprattutto con rispetto, senza volere ostentare quello che non siamo»
In onda ogni giorno con “Camper”, che viaggio è per Peppone Calabrese?
Il viaggio di chi viene dalla provincia e che si riconosce in tutta la provincia italiana. Quando la racconto in Tv lo faccio con gli occhi di chi la vive e di chi in questi otto anni l’ha esplorata con “Linea Verde”. Ogni luogo è certamente diverso, determinato dallo stile del territorio, dai paesaggi disegnati anche dalle persone, ma che ha lo stesso minimo comune denominatore degli altri, a legarli è la relazione. A testimoniarlo è anche la frase “a chi sei figlio?”, che in “Camper” è diventata un gioco, una domanda che ci sentiamo rivolgere quando arriviamo in un piccolo centro, da Brescia a Canicattì, e che ci fa sorridere perché ci fa pensare ai nostri cari, ai contatti veri, alle cose autentiche.
Relazioni che rendono speciali i nostri territori anche agli occhi di chi li visita…
È una cosa magica. Quando le persone vengono in Italia sono attratte dal lato umano, che da noi è forte, e dalle tradizioni, che sono le radici alle quali noi tutti siamo aggrappati. Un esempio tra i mille possibili: a Bologna la tagliatella ha una larghezza codificata, legata all’altezza della Torre degli Asinelli. Anche questo esprime un sentimento popolare. Il racconto della provincia non può che avvenire con rispetto e gioia.
Che cosa non smette mai di sorprenderla del nostro Paese?
Le persone, i racconti, che sono tutti diversi. Hanno colori e sfaccettature unici. Riflettono il campanile. La curiosità di ascoltare le storie credo sia il motivo per cui non mi stanco di raccontare.
Il successo di “Linea Verde”, ora la conduzione del programma del mezzogiorno estivo di Rai 1, come vive il rapporto con il pubblico e come il pubblico (e la notorietà) sono entrati nella sua vita?
L’unica cosa che è cambiata è che sto meno tempo a Potenza (sorride), anche se i rapporti li coltivo ugualmente. La cosa più bella, quando vado in giro, è ritrovare l’affetto della gente, sentirne la vicinanza. Incontro tante “mamma Maria” e tante “nonna Angela”. Con la televisione entriamo nelle case delle persone, dobbiamo farlo con gioia e soprattutto con rispetto, senza volere ostentare quello che non siamo.
Il pubblico le riconosce semplicità e spontaneità…
Anche davanti alla telecamera voglio apparire esattamente per quello che sono, con i miei pregi e i miei difetti, posso piacere o non piacere. Quando vado in onda in diretta non passo né al trucco né al parrucco, non so neanche dove siano (sorride). Chi va in Tv e coloro che la televisione la seguono da casa sono tutti sullo stesso piano, se conduci non pontifichi dall’alto. Vengo da Potenza e ho il mio dialetto, rispetto tutti, credo molto nella reciprocità, che è “dare senza perdere e prendere senza togliere”. Vengo da una famiglia di francescani, mia nonna e mio nonno erano del terziario francescano, ho uno zio missionario, sono grato alla vita per quella che è la mia storia e perché credo che gli altri siano un grande valore. Mio padre mi diceva sempre “se devi parlare male di una persona, taci”. Non parlo mai male degli altri, lo faccio per stare in armonia, per vivere in armonia.
Che rapporto ha con l’estate?
Bella domanda (sorride) per una persona con disturbi alimentari, dal punto di vista intimo e personale, l’estate è un momento un po’ complicato. Vuoi andare al mare, ti denudi. Al tempo stesso è anche l’occasione per metterti in discussione e migliorarti. Quando penso ai mesi estivi mi vengono subito in mente gli amici del mare, che sono sempre gli stessi. Vado da quarant’anni nello stesso posto, Roseto Capo Spulico un piccolo paese in provincia di Cosenza, sulla costa ionica. C’è un castello federiciano bellissimo, il mare è bandiera blu, è una perla d’alto Ionio proprio sopra la piana di Sibari. I miei amici vengono lì con i figli, che sono a loro volta diventati amici tra loro, e ogni volta è una festa. Il nostro gruppo ha anche un nome, siamo “I paesani”.
Ritorna il tema della relazione in questo caso declinato in amicizia…
Ci sono gli amici di Potenza, quelli di Siena e quelli del mare. Sono le mie tre grandi famiglie. Adesso si è aggiunta Roma. Sai come si dice a Potenza? “Tu sei più di un fratello, tu sei un amico”.
Peppone alla guida di un camper vero con quattro ruote, dove andrebbe?
In giro per l’Italia, da Nord a Sud, facendo una sosta a sera nelle piazze dei paesi, e lì aprirei le porte, piazzerei una bella tavola e farei venire le persone a trovarmi. Chiederei loro di portare una fisarmonica, un libro, la gioia di vivere e un po’ di cibo. Ascolterei le loro storie, ballerei con loro, ascolterei poesie popolari.
Per salutarci le avrei chiesto di dirmi che cosa la rende felice… ma la risposta credo di averla già intuita…
La relazione, lo stare insieme, vedere e ascoltare l’altro, tutto questo è linfa vitale. Sono convinto che sia questo il viatico per la felicità.