VALENTINA ROMANI

Preferisco le storie scomode

«Mi piace interpretare personaggi densi, difficili, contraddittori». Raggiunta la popolarità con serie di successo della Rai come “La porta rossa” e “Mare fuori”, dal 22 maggio l’attrice romana conduce l’original di RaiPlay “Dark Lines” dedicato a casi efferati di cronaca nera, mentre su Rai 1 si avvia alla conclusione la fiction “Gerri”, nella quale interpreta il personaggio della viceispettrice di polizia Lea Coen. Al RadiocorriereTv confida: «Nel lavoro porto la mia parte bambina. Mi piace giocare con lo stupore»

 

Che cosa la attrae del mondo dark e del genere crime?

La cosa che apprezzo del crime è il fatto di essere un genere, spesso, in grado di innescare profonde riflessioni nel pubblico. Tutto ciò che può invitarci a porci delle domande lo trovo molto stimolante.

 

Cosa l’ha spinta ad accettare di narrare “Dark Lines”?

Raccontiamo otto fatti di cronaca nera che hanno al centro delle vittime donne. È un tema a cui mi sento molto vicina e spero che, con la mia presenza, si riesca a sensibilizzare anche i più giovani.

 

Cosa deve avere una storia per catturare le sue emozioni?

Non sento di avere un genere che preferisco, vado un po’ a periodi. In generale mi piacciono le storie con personaggi densi, difficili, contraddittori. La scomodità a volte è l’ingrediente perfetto per spingerci oltre i nostri limiti.

 

Cosa significa dare voce a storie di donne?

Per me l’occasione di fare da ponte con le nuove generazioni. La situazione dei femminicidi in Italia è qualcosa che ha urgente bisogno di essere debellata. Noto con piacere che anche molti uomini sono vicini alla tematica e questo, da donna, mi incoraggia perché è una battaglia da fare insieme.

 

Cosa porta di Valentina nel suo lavoro?

Forse la mia parte bambina, ma non lo faccio apposta. Mi piace giocare con lo stupore, cercare di non aspettarmi niente, mi lascio guidare spesso dall’istinto e lo presto, come posso, ai miei personaggi. Credo che restituisca una buona dose di realismo.

 

Un nuovo femminile proposto con la serie “Gerri” alla platea di Rai 1, che donna è Lea?

Lea è una donna molto forte, che sa bastarsi. Non ama scavare in profondità dentro se stessa e non è una crocerossina, piuttosto una persona che ha scelto di dedicare la sua vita agli altri, alla giustizia.

 

Qual è l’ambizione di una serie come “Gerri”?

Speriamo che il pubblico possa affezionarsi alla nostra serie, perché ambisce ad abbattere i pregiudizi che spesso usiamo come filtro tra noi e il mondo. È un racconto che esplora gli esseri umani in tutta la loro complessità.

 

Tra cinema, serie e Tv che tipo di attrice desidera essere?

Desidero potermi riconoscere sempre e portare avanti una carriera lavorativa che possa essere coerente con me stessa. Mi piace spaziare tra i personaggi e immergermi in mille vite nuove.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.20