GIGI & ROSS

“Audiscion”, la comicità è servita (con sorpresa)

Duo affiatatissimo della comicità italiana, torna dal 28 aprile su Rai 2 con uno show tutto nuovo. Insieme alla coppia, Elisabetta Gregoraci e un mix esilarante di satira, imitazioni e sketch surreali. Uno spettacolo che mescola talenti noti e volti nuovi, con tanta imprevedibilità

 

“Audiscion” è una novità assoluta, come nasce l’idea di questo show e cosa vi ha convinti a farne parte come conduttori?

È una novità e ne siamo molto contenti perché si tratta di un programma completamente diverso dai precedenti e ci diverte proprio sperimentare una conduzione diversa. Avremo un cast nutrito di comici che stimiamo molto e sarà molto divertente interagire con loro.

Cosa vedremo?

Un programma molto variegato, proprio come suggerito dal titolo. Ci saranno satira di costume, parodie e tanti personaggi noti. “Audiscion” è un luogo dove ognuno può dire la sua. I comici interagiranno con noi, con Elisabetta, con le persone dal pubblico che interverranno, avremo collegamenti e contributi.

Il vostro obiettivo è dare voce a tutti.  Riuscirete a non zittire nessuno?

Ah sì, giusta osservazione! Non ci ascolteremo neanche tra di noi e sicuramente non ascolteremo Elisabetta! E non solo in questo programma (Sorridono).

Satira, imitazioni, stand-up… Come convivono stili comici così diversi in un unico spettacolo?

Noi diciamo sempre che la comicità è una sola. Possono esserci stili diversi, ma convivono tutti in nome di una risata, di un momento divertente. Non ci mettiamo mai nei panni di chi vuole analizzare ogni dettaglio: il pubblico vuole solo passare un paio d’ore a divertirsi. Il fine ultimo di ogni pezzo comico è far ridere, tutto il resto viene dopo.

Com’è stato ritrovare sul palco Elisabetta Gregoraci?

La conosciamo da più di dieci anni, già dal primo minuto ci fu sintonia. Lei non si prende mai troppo sul serio, si mette in gioco e ci divertiamo molto anche nei fuori onda. Tra noi tre c’è grande affinità. E poi Elisabetta è molto autoironica, cosa fondamentale in un programma come questo.

Tra gli ospiti ci sono grandi nomi della comicità italiana e nuovi talenti…

Sia noi che gli autori abbiamo proposto colleghi conosciuti e non. Ci sono stati dei provini e sono stati scelti quelli più adatti a questo format. E poi non è detto che qualcuno non compaia nella prima puntata ma arrivi più avanti.

Qual è il palco su cui vi sentite più a casa?

Ce ne sono tanti ma l’Auditorium di Napoli della Rai è proprio il nostro posto, ci sentiamo davvero a casa. È dove abbiamo iniziato conducendo “Made in Sud”. Ma anche il teatro è casa nostra. Abbiamo tante case belle dove abitiamo volentieri! E per fortuna non paghiamo l’affitto!

La satira, oggi, è più necessaria o più rischiosa?

È più necessaria ma anche più rischiosa. Con il politicamente corretto è diventato difficile dire qualsiasi cosa. Chi ha il coraggio di rischiare, ha tutta la nostra stima. E poi c’è bisogno di una comicità più pensata, più scritta. I social hanno velocizzato tutto, forse la satira può essere la vera salvezza della comicità.

C’è un momento “cult” della vostra carriera al quale siete particolarmente legati?

Ce ne sono tanti. A teatro, il punto di svolta è stato “Andy e Norman”, con la regia di Alessandro Benvenuti. Sono tanti i momenti indimenticabili in televisione e in radio. Abbiamo incontrato tutte le persone che ammiravamo da giovani, siamo passati da fan a colleghi. Poi “Sanremo” con Amadeus che ci ha portati lì: vedere l’Ariston è stato emozionante.

E la vostra “audizione” che non avete ancora realizzato?

Un film tutto nostro. Abbiamo avuto esperienze, ma non ancora un film interamente nostro. Ci piacerebbe fare una serie, magari anche dirigerci a vicenda. Sarebbe una bella sfida. Ma intanto un traguardo l’abbiamo raggiunto: quest’anno festeggiamo 25 anni di carriera… un vero matrimonio artistico!

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.16