Ragazzi “liberi”

Serie-evento in tre puntate, tratta dall’omonimo romanzo di Andrea Bouchard, in onda su Rai 1 il 15, 22 e 25 aprile, nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione dal nazi fascismo. Susanna Nicchiarelli, la regista, restituisce al pubblico emozioni, lotta e sacrifico dei tanti italiani che hanno combattuto in nome della libertà. Un racconto filtrato, però, dagli occhi di quattro giovanissimi “Sandokan”

1944, Alpi piemontesi. Marta, Davide, Sara e Marco sono quattro giovani amici che sognano la fine della guerra. Quando scoprono che la loro età consente di evitare sospetti decidono di aiutare i partigiani assumendo l’identità di Sandokan, fantomatico ribelle che mette in difficoltà nazisti e fascisti della valle.

È sempre Resistenza

SUSANNA NICCHIARELLI

Un progetto che ha avuto una lunga genesi. Da dove nasce l’idea di raccontare la Resistenza ai ragazzi?

Avevo letto il romanzo di Andrea Bouchard insieme ai miei bambini: abbiamo riso e pianto insieme. È un racconto che offre moltissimi livelli di lettura e, secondo me, può essere apprezzato a qualsiasi età. Mi sono resa conto che mancava un prodotto audiovisivo — televisivo o cinematografico — davvero popolare, ampio, capace di raccontare gli anni della Resistenza in modo accessibile e coinvolgente.

 

Nella Resistenza ci sono i valori fondanti della nostra Repubblica…

I valori della Resistenza sono sempre fondamentali, soprattutto per mantenere viva la memoria. Dobbiamo ricordare che, non molto tempo fa, molti nostri connazionali hanno compiuto un sacrificio enorme: uomini e donne che hanno lottato per la nostra libertà, per la democrazia, per la pace. Sono ormai ottant’anni che il nostro Paese vive in pace anche grazie a quella lotta. C’è quindi un dovere di memoria e celebrazione, ma anche un messaggio simbolico che continua a parlare al presente. I ragazzi, nella serie, si interrogano costantemente sull’importanza della libertà e sul significato della lotta per conquistarla.

L’ultima puntata andrà in onda il 25 aprile, una data fondamentale per la storia italiana…

Sono davvero felice che la serie possa contribuire a celebrare questa giornata. All’inizio non ci avevamo pensato, ma poi, lavorando, tutto ha preso forma e ora la messa in onda coincide con un anniversario così importante, una festa per tutti. Naturalmente, anche per questo motivo, l’ultima puntata sarà la più emozionante.

 

MARTA (ANNA LOSANO)

Marta Bertin ha 12 anni, una grande sensibilità e un passo che non conosce la fatica, specie quando si tratta di salire tra le sue adorate montagne. È la piccola della famiglia e il fatto che è considerata ancora una bambina la fa spesso arrabbiare, anche se è anche un utile passepartout per attraversare i posti di blocco dei tedeschi senza essere fermata o perquisita. È coraggiosa, determinata e a volte impulsiva, ma spesso la sua immaginazione e la sua prontezza di riflessi salvano lei e il suo gruppo di amici nelle situazioni difficili. Coraggiosa in azione, Marta è irrimediabilmente timida in amore. Innamorata di Marco, ha paura che lui la consideri soltanto un’amica o, peggio ancora, che le preferisca Sara. Marta ha anche una bellissima voce e ama cantare e ascoltare la musica, il jazz in particolare: una passione che ha ereditato dalla madre. Il suo credo è fortemente pacifista e il suo sogno è un mondo senza armi e senza più guerre.

SARA (CARLOTTA DOSI)

Sara è la migliore amica di Marta, sua coetanea e compagna di scuola. Al contrario di Marta, Sara è abile nel ricamo e nella cucina e ha una meravigliosa chioma di capelli castani. La sua famiglia è benestante, possiede l’unica trattoria del paese e ha persino il telefono. Nonostante questo, Sara è meno sicura di sé rispetto a Marta e segue l’amica come fosse il suo faro. Ciò non significa che stia nel gruppo solo in nome dell’amicizia. Sara crede infatti profondamente che combattere il nazifascismo sia un dovere e anche quando potrebbe scegliere una condotta più tranquilla, dopo aver vissuto una spaventosa disavventura, non rinuncia a continuare a battersi con il resto del gruppo.

 

Un “romanzo” di formazione

Com’è stato questo viaggio?

Anna: Marta mi ha davvero cambiata molto. Quando ho iniziato questa serie ero poco più che una bambina, molto timida, e con alcune caratteristiche simili al mio personaggio che però facevo fatica a esprimere. È stata una grande fortuna per me: alla fine di questo percorso posso dire di essere cresciuta sotto ogni aspetto, sia dal punto di vista personale che professionale. Con Fuochi d’artificio ho realizzato il sogno di diventare attrice, quindi, non posso far altro che ringraziare Marta. Ha lasciato un segno profondo dentro di me.

Carlotta: Il mio personaggio attraversa una trasformazione importante nel corso delle puntate: da ragazza timida e spaventata da tutto, diventa impavida, una vera combattente che non ha più paura della guerra. Mi sono molto rispecchiata nella sua evoluzione, e questo mi ha aiutata a comprendere meglio anche me stessa. Anche se sono piuttosto introversa, proprio come Sara, quando serve riesco a tirare fuori il coraggio per difendere ciò in cui credo.

Cosa significa per voi la parola coraggio?

Anna: Per me una persona è coraggiosa quando, con tenacia, mette tutta sé stessa nel raggiungimento dei propri obiettivi. Immaginare i propri sogni è facile, ma è molto più difficile agire concretamente e lottare fino in fondo per realizzarli. Forse il coraggio è proprio questo: determinazione e impegno.

Carlotta: È una parola molto forte, che può significare tante cose. Per esempio, la capacità di mettersi in gioco dove altri non riescono, superare i propri limiti e combattere per ciò che è giusto, restando fedeli ai propri principi. Io credo che ognuno di noi abbia dentro di sé il desiderio di essere coraggioso: basta solo trovare le giuste condizioni per farlo emergere.

 

MARCO (LORENZO ENRICO)

Marco ha 13 anni, è altissimo, gentile e attento ai sentimenti di tutti. Veloce in montagna, capace di memorizzare al volo una canzone (proprio come Marta), Marco è invece molto serio e riflessivo quando si tratta di prendere una decisione: ha infatti bisogno di prendere in considerazione ogni evenienza e conseguenza e la sua intelligenza a volte lo frena. Nelle questioni sentimentali, invece, a frenarlo è la timidezza. Per questo, anche se ammira Marta, ci vorrà del tempo perché trovi il coraggio di dichiararle i propri sentimenti.

DAVIDE (LUCA CHARLES BRUCINI)

Davide Bertin ha 13 anni e frequenta l’ultimo anno della scuola media. Non è ancora abbastanza grande per diventare partigiano ma, in quanto maschio, ha più accesso di sua sorella Marta ai discorsi degli adulti e alle informazioni segrete sull’attività rivoluzionaria del padre e del fratello maggiore Matteo. Più diligente nello studio e meno avventato nell’azione di Marta, Davide è estremamente determinato a fare la sua parte contro i fascisti e gli occupanti, come tutti gli uomini della sua famiglia. Per questo inventa il partigiano fittizio “Sandokan”. Bisognoso di ribadire continuamente il suo ruolo di leader della banda e di sentirsi il fratello maggiore, perché sotto sotto è più fragile e meno coraggioso di Marta, si ritrova a battibeccare con lei per ogni cosa, anche se è evidente l’affetto che prova per lei.

 

Il coraggio di scegliere

Raccontate la vostra esperienza sul set di Fuochi d’artificio

Lorenzo: È stato un viaggio molto importante per me, davvero felice, perché fin da piccolo ho sempre sognato di lavorare su un set. Questa esperienza è stata proprio quello che cercavo. Ricordo che quando ero bambino guardavo la televisione e dicevo ai miei genitori che volevo entrare dentro quella “scatola”… e oggi posso dire che ce l’ho fatta (ride). Ancora non ci credo, ringrazio davvero tutti per avermi dato questa bellissima opportunità.

Davide: È stata un’esperienza molto emozionante. Tra noi ragazzi è nata un’amicizia genuina, per cui posso dire che è stato un viaggio motivazionale, durante il quale abbiamo avuto l’opportunità di trasmettere ai nostri coetanei, che guarderanno la serie, un messaggio importante. A distanza di tanti anni, è fondamentale non perdere i valori della Resistenza, che ci hanno permesso di vivere liberi oggi. Per me è stata una spinta a dare sempre il meglio, come quei giovani che durante la guerra hanno fatto di tutto per la libertà.

Cosa resta in voi dei personaggi?

Lorenzo: Di Marco conservo soprattutto la sua leggerezza. La serie affronta una tematica importante, abbastanza pesante da raccontare, ma i personaggi mantengono quella leggerezza e innocenza tipica dei bambini. Interpretare questo ruolo mi ha aiutato a riscoprire quella parte di me e a volerla custodire nel mio cuore con forza.

Cosa significa per voi la parola coraggio?

Lorenzo: Per me, il coraggio è cercare in se stessi la forza di iniziare e portare a termine un’azione, piccola o grande che sia, lottare per ciò in cui si crede, per le proprie idee e per le proprie scelte di vita.

Davide: Credo che il coraggio sia la capacità di superare le proprie paure, sempre con cautela e intelligenza.

 

Gli altri personaggi

LA NONNA (Carla Signoris)

Olga è una donna apparentemente dura, abituata a non parlare molto dei propri sentimenti. Sembra lamentarsi costantemente della guerra e pensare solo alle partite di calcio della sua squadra del cuore, senza adoperarsi per agire e combattere, ma la verità è che nessuno più di lei ha sperimentato la crudeltà degli squadroni fascisti. Per questo ora vive nel terrore che possa accadere qualcosa ai suoi famigliari e vorrebbe proteggerli in ogni modo. Ma di fronte ai soprusi è la prima a non abbassare la testa e a ribadire con orgoglio il suo antifascismo.

IL NONNO (Bebo Storti)

Beppe Bertin è un uomo allegro e dolce, un gran lavoratore, pescatore appassionato e convinto antifascista. Marta è la sua nipotina preferita e non riesce mai a dirle di no. Radioamatore della prima ora, durante la guerra non stacca l’orecchio da Radio Londra. Come tutte le persone della sua età, che hanno vissuto l’esperienza della guerra, il nonno alterna sentimenti di speranza a momenti di fatalismo ma, soprattutto di fronte ai nipoti, non perde mai le forze, è sempre disponibile e segretamente felice quando capisce che i suoi due ragazzi si sono messi in gioco, dalla parte giusta, per combattere fascisti e tedeschi.

MATTEO (Gabriele Graham Gasco)

Matteo Bertin è il fratello maggiore di Davide e Marta ed è un vero e proprio punto di riferimento affettivo per loro. È forte, allegro, sempre capace di un sorriso anche nei momenti più bui. Ha solo 19 anni ma, come molti della sua generazione, è già un adulto, avendo sacrificato la giovinezza alla guerra. Il suo nome di battaglia è Jackie, in onore del primo cane dei suoi nonni. E, anche se è uno dei più giovani, in virtù della sua intraprendenza, del coraggio e della sensibilità, Matteo è già leader di una brigata che risponde ai suoi comandi.

IL PADRE (Alessandro Tedeschi)

Stefano Bertin – padre di Marta, Davide e Matteo – è ingegnere alla Fiat di Torino e ha affidato i figli ai suoi genitori perché deve continuare a lavorare. Sotto l’aspetto impiegatizio, però, cova un cuore partigiano che lo spinge a lavorare in segreto per il Comitato di Liberazione Nazionale. È un padre affettuoso e un uomo che non si perde mai d’animo.

GEORG KLAUS (David Paryla)

Georg Klaus è un tenente della Wehrmacht, l’Esercito regolare tedesco, e con ogni probabilità non ha scelto di propria volontà di arruolarsi. Nel suo Paese era professore di musica alle scuole medie, ma il suo carisma e la sua serietà gli hanno permesso di fare rapidamente carriera tra i ranghi dell’Esercito. Fin dalla prima volta che la incontra a un posto di blocco, viene conquistato da Marta perché le ricorda sua figlia Susanne, che è lontana e non sa se rivedrà mai più.

VITTORIO (Francesco Centorame)

Partigiano ventitreenne, prima della guerra era un talentuoso studente di Chimica all’università. Già da allora era attivo politicamente, mentre con le armi in mano non sembra molto a suo agio. È anche per questo che tra lui e Marta la simpatia reciproca è immediata: entrambi sognano la pace e hanno in odio la violenza

NENE (Barbara Ronchi)

È una partigiana e l’unica donna della sua brigata. Prima della guerra ha fatto la mondina e ha conosciuto il lavoro duro, ma anche la possibilità di raccontare i sentimenti attraverso il canto. Per Marta, la Nene diventa immediatamente una figura di riferimento, ma qualcosa le separa. A differenza della pacifista Marta, infatti, la Nene ha abbracciato ogni aspetto della lotta, compreso l’uso delle armi. L’esperienza sulle montagne l’ha probabilmente indurita, ma le ha offerto una possibilità di riscatto che la sua vita precedente non le avrebbe mai dato.

MARCELLA (Cristina Pasino)

Marcella ha l’età della mamma di Marta e ha il viso è segnato dal sole e dal vento. Vive da sola con il suo pastore tedesco, Pelù, in una baita d’alta montagna. Non sa leggere i giornali, ma sa leggere negli occhi delle persone i sentimenti e i loro bisogni. Nonostante sia molto povera, è generosa e premurosa, e protegge e nasconde Sara senza chiedere nulla in cambio.

LA MADRE (Giada Prandi)

Cristina è la mamma di Marta, Davide e Matteo. È una maestra di pianoforte e canto in una scuola di Torino che è stata costretta a chiudere per la guerra. La sua assenza non è facile da sopportare per Marta, che avrebbe bisogno di sua madre, ma le ragioni di Cristina sono nobili. È altruista, coraggiosa e un po’ avventata e ha trasmesso le stesse caratteristiche a sua figlia.

 

Prima serata 15 aprile

Marta e suo padre vengono fermati da una pattuglia tedesca e lui le affida la custodia di una busta segreta, perché i bambini non vengono perquisiti. A Davide viene allora l’idea aiutare i partigiani, sfruttando la loro giovane età: nasce così il misterioso partigiano Sandokan. Marta è in dubbio, odia la guerra visceralmente, ma capisce che deve fare la sua parte. I partigiani nascosti sulle montagne hanno bisogno di scorte di cibo e Marta ne approfitta per fare entrare nel gruppo Sara, la sua migliore amica, visto che Davide ha coinvolto Marco. I quattro intraprendono la loro prima missione segreta sotto copertura, ma Marta pensa sempre a Matteo, il fratello maggiore, che è prigioniero nel forte nemico.

 

SECONDA SERATA 22 aprile

Marta e Davide s’intrufolano nella roccaforte tedesca e riportano una serie di informazioni che danno il via a una stagione di piccole grandi vittorie per i partigiani. I problemi, però, non sono finiti: il nuovo generale tedesco ha fatto mettere una taglia su Sandokan e Sara rischia di essere riconosciuta.
Una violenta rappresaglia nazi-fascista costringe i ragazzi a mettere in pausa le loro azioni e risveglia nei nonni un trauma mai superato. Marta intanto viene a sapere la verità sull’assenza di sua madre e nel suo esempio trova il coraggio per rimettersi in gioco. A Praverso, però, lei e Sara cadono in una pericolosa imboscata.

 

TERZA SERATA 25 aprile

Mentre i suoi famigliari, in preda all’angoscia, la cercano ovunque, Marta cerca a sua volta Sara, che ha perso di vista durante l’attacco degli alpini tedeschi. L’accompagna Vittorio, un partigiano al quale Marta si lega in modo fraterno, tanto da rivelargli il suo sogno di mettere fuori uso l’arsenale tedesco.
Marta e Sara tornano sulle loro montagne dopo mesi di distanza precauzionale e si ricongiungono con Davide e Marco. È giunta l’ora di mettere in atto il piano di Marta e Vittorio. È un progetto folle, in cui ognuno di loro ha un ruolo cruciale. La pace è dietro l’angolo e, con essa, la possibilità per Marta di vivere finalmente il primo amore.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.15