Atuttocalcio
SPORT
Jacopo Volpi conduce il nuovo appuntamento sportivo di Rai 2: la cronaca, i commenti, i personaggi, la voce dei tifosi: «Raccontiamo il calcio con serietà ma sempre con il sorriso sulle labbra»

Il venerdì sera, quando il fine settimana calcistico sta per prendere il via, su Rai 2 arriva “Atuttocalcio”…
Ci regala un po’ di continuità, abbiamo deciso di non dare tregua agli appassionati di calcio che non hanno neanche un giorno libero, ormai si gioca tutti i giorni (sorride). Mi piace ispirarmi a un programma che facevo vent’anni fa che si chiamava “Sportivamente” nel quale cercavo di fare il rotocalco d’attualità. Facciamo grande attenzione alle partite che si giocano il sabato, sperando anche che le nostre squadre vadano avanti nelle coppe europee. C’è uno studio fisso con Eraldo Pecci e Sebino Nela, che sono due finti anziani, sempre aggiornatissimi, leggono, studiano, e poi c’è Giulia Stronati che apre la finestra sul mondo del calcio attraverso i social. Ogni settimana cerchiamo di raccontare una storia, nella prima puntata ci siamo occupati di Zaccheroni, per cercare di capire come mai un allenatore così bravo non allena più. Nella seconda della Lazio dello scudetto, venerdì scorso sono stati i cento anni di Tommaso Maestrelli. Di contrasto con l’amarcord ci sono le interviste, le conferenze stampa. E poi la voce della gente comune, anche attraverso i social, per parlare del campionato più atipico del mondo, che sarà interrotto dal Mondiale e che riprenderà a gennaio. Il programma è divertente, con l’aiuto del direttore Alessandra De Stefano, mi sono costruito una bella squadra, sono contento del gruppo.
Che cosa significa raccontare il calcio oggi?
Per quanto ci riguarda e finché ci sarò io il calcio, pur riconoscendone l’importanza anche in termini economici, verrà sempre raccontato con serenità e con il sorriso sulle labbra. Il calcio va raccontato bene, i social e la Var sono importanti, ma non hanno la verità assoluta. Facciamo un racconto di cronaca insieme ai commenti di Pecci e Nela. Ci saranno anche puntate meno divertenti perché dovremo parlare di arbitri, di squadre che falliscono, di financial fair play, ma cercheremo di occuparci il più possibile di come le squadre giocano in campo.
Come vedi questa prima fase del campionato?
Molto equilibrata. I pronostici sino a ora sono stati smentiti, quasi tutti abbiamo detto Inter e Juventus, Juventus e Inter, invece sto vedendo un grandissimo Napoli, che arriva ai risultati tramite il gioco e questa è una cosa bellissima. Il Napoli di Spalletti sta facendo buone cose, in campionato e a livello internazionale. E poi c’è un grande equilibrio, l’Inter e la Juve si riprenderanno, il Milan è la squadra che ha vinto lo scudetto, ha problemi di infortuni, ma gioca sempre un bel calcio. E poi ci sono bellissime realtà come l’Atalanta, che ha un allenatore fantastico, e l’Udinese, che sta nelle prime posizioni della classifica in modo meritato. Un campionato un po’ atipico, ma molto equilibrato e divertente da raccontare.
Molti colleghi giornalisti dicono che oggi nei calciatori ci sia meno umanità, che facciano fatica a lasciarsi andare, tu come la vedi?
Non c’è meno umanità, è il discorso della comunicazione che ci riporta, in qualche modo, ai social. Quando ebbi la fortuna di iniziare a fare questo mestiere e scrivevo per “Il Tempo”, diretto allora da Gianni Letta, seguii per cinque anni la Roma dello scudetto. Incontravo tutti i giorni tutti i giocatori, Pruzzo, Falcao, Di Bartolomeo, c’era un rapporto diretto. Adesso la comunicazione è bloccata, se c’è un giocatore intelligente, che vuole dire cose intelligenti, che vuole lasciarsi un po’ andare, che vuole fare un’intervista approfondita, non ce la fai. Vai in sala stampa, ti portano un giocatore, una domanda per uno e se ne vanno. Anche i giocatori più intelligenti sembrano persone aride. Da questo punto di vista il calcio non si fa una bella propaganda.
Cosa ti aspetti dai Mondiali?
Se dovessi scommettere non saprei che fare. C’è la Francia campione del mondo, c’è l’Argentina, che ha giocatori importanti in attacco, il Brasile è sempre il Brasile, e poi ci sono altre squadre che possono arrivare, il Belgio di solito i grandi appuntamenti li fallisce, e poi c’è l’incognita di Cristiano Ronaldo, grande calciatore del Portogallo che sta invecchiando mestamente in panchina perché non è nelle condizioni di entrare. Ci aspettano tante belle partite che la Rai trasmetterà giorno e notte.
Mi regali un aggettivo per i tuoi compagni di viaggio, Pecci, Nela e Stronati?
Pecci geniale, Nela pragmatico e Giulia ottimista, un bel sorriso in studio aiuta sempre.