30 anni di BLOB

Lo spezzatino della Tv all’ora dei Tg. Trent’anni fa nasceva il programma ideato da Enrico Ghezzi nella Rai 3 di Angelo Guglielmi. Dal 14 aprile cinque appuntamenti ripercorrono la storia di una trasmissione divenuta cult. Il direttore della rete Stefano Coletta: “Blob è la certezza più importante del palinsesto di Rai3
«La tv è il nostro impegno più costante, noi lo riteniamo un divertimento. Per fortuna c’è ‘Blob’. ‘Blob’ ci prende in giro, ma ha la malizia degli dei di farci sorridere come una barzelletta. Grazie, ‘Blob’. Grazie Ghezzi, l’inventore e scopritore di questo ultimo immortale, che è ‘Blob’». È Angelo Guglielmi, ex direttore di Rai3, ad augurare buon compleanno alla tele-creatura leggendaria della quale fu ispiratore. «Il programma nasce da un pretesto da nulla – prosegue Guglielmi -. Mio figlio, leggendo ‘Il Manifesto’, mi disse che ogni giorno c’era una rubrica chiamata ‘Il mattinale’ che raccoglieva le frasi più importanti dei fondi di giornali. Mi disse: Perché non lo fai anche tu su Rai3? Chiamai Ghezzi, che dopo alcuni giorni mi propose ‘Blob’». Con 9.268 puntate trasmesse, mille delle quali a carattere monografico, “Blob” ha raccontato gli ultimi trent’anni della storia politica e sociale italiana, con ironia. «Qualche anno fa ho proposto di fare una proiezione di tutto ‘Blob’ – afferma Enrico Ghezzi -. Non lo abbiamo fatto per indolenza… Servirebbero oltre tre mesi». Il primo appuntamento commemorativo è fissato per domenica 14 aprile pochi minuti dopo la mezzanotte, mentre mercoledì 17, giorno in cui ricorre l’anniversario della prima messa in onda di “Blob”, il palinsesto di Rai3 ospiterà dieci pillole del programma in diversi momenti della giornata. A festeggiare il popolare programma, con tanto di torta e candeline, all’ombra del cavallo di Viale Mazzini, anche alcune delle vittime storiche di “Blob”, come Alba Parietti e Sandra Milo. «All’epoca me la prendevo tantissimo – ha dichiarato l’attrice -, poi ho capito che ‘Blob’ era una invenzione, una rivoluzione, un modo di raccontare la vita e la realtà in maniera diversa. Gli autori avevano capito la rivoluzione nell’informazione».